Arman si avvicinò al lago, la luce del sole rifletteva sulla superficie dell’acqua scintillante. Vide Gulcemal seduta su una panchina, guardando lontano. Si avvicinò a lei, sentendo un’emozione agitata nel cuore. “Salve, Arman,” disse Gulcemal quando lui si avvicinò. “Siediti qui.” Arman si sedette accanto a lei, guardando il lago. Non sapeva da dove cominciare. Aveva troppe domande da fare, ma non sapeva quale fosse la più importante. “Gulcemal,” disse infine, “ho bisogno di conoscere la verità su mia madre.” Gulcemal rimase in silenzio per un lungo momento. Alla fine, rispose: “Non posso dirti questo.” “Perché no?” chiese Arman. “Ho il diritto di sapere.” “Non è il momento,” disse Gulcemal. “Quando sarà il momento giusto, te lo dirò.”
Arman si sentì deluso. Sapeva che Gulcemal stava nascondendo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa fosse. “Allora, puoi dirmi qual è il tuo rapporto con mia madre?” chiese. Gulcemal rimase in silenzio ancora per un lungo momento. Alla fine, disse: “Eravamo amiche.” “Solo amiche?” chiese Arman. “Pensavo che fosse qualcosa di più.” Gulcemal guardò Arman con occhi tristi. “La amavo,” disse. “Ma non nel modo in cui pensi.” Arman si sentì confuso. Non riusciva a capire cosa stesse cercando di dire Gulcemal. “Puoi spiegarti?” chiese.
Gulcemal rimase in silenzio per un altro lungo momento. Alla fine, rispose: “Non posso farlo ora.” Arman si sentì disperato. Si sentiva come se fosse stato spinto in un vortice misterioso. “Allora, puoi dirmi qualcosa sul passato di mia madre?” chiese. Gulcemal rimase in silenzio a lungo. Alla fine, disse: “Non posso dirti questo.” Arman si sentì arrabbiato. Si sentiva come se Gulcemal lo stesse prendendo in giro intenzionalmente. “Stai nascondendo qualcosa!” urlò. “So che stai nascondendo qualcosa!”Gulcemal si alzò e cominciò a camminare via dal lago. “Te lo dirò quando sarà il momento giusto,” disse.
Arman la guardò mentre se ne andava, sentendosi confuso e arrabbiato. Non sapeva cosa fare dopo. Si voltò e guardò il lago. Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di rosso e arancione. Si sentiva come se fosse in un sogno. Si voltò di nuovo e guardò Gulcemal, che era lontana, guardando l’acqua. “Se le cose fossero invertite,” disse Gulcemal, “mi perdoneresti?” Arman rimase in silenzio per un lungo momento. Alla fine, rispose: “Non lo so.” Gulcemal si voltò e lo guardò. “Pensa a questo,” disse. Arman annuì. Sapeva che aveva molto su cui riflettere.