Ipek non riusciva a fermarsi. Ogni passo che faceva verso la casa di Gulcemal era un passo che la portava più lontano dalla speranza, ma non poteva arrendersi. Deva era scomparsa, e Ipek sentiva il peso della responsabilità schiacciarla. Aveva bisogno di trovare la sua amica, costi quel che costi. Arrivò alla casa di Gulcemal, ma quando chiese aiuto alla polizia, la sua speranza si sgretolò. “Non possiamo entrare senza un mandato”, disse l’agente, e Ipek si sentì impotente. Disperata, Ipek corse a cercare Zafer, ma trovarlo in preda alla frenesia di perdere clienti non aiutò la situazione. “Non posso aiutarti con le tue storie, Ipek,” disse lui, scacciandola con uno sguardo distante. Zafer era troppo preoccupato per i suoi affari, troppo concentrato sui suoi guadagni. Ipek si rese conto che non poteva contare su di lui. Doveva agire da sola.
Nel frattempo, Deva si trovava nel rifugio di Gulcemal, e una parte di lei cominciava a cambiare. Gulcemal non era più il mostro che aveva immaginato. Nonostante le sue azioni passate, lui si prendeva cura di lei, le dava acqua, la curava quando ne aveva bisogno. In quei momenti di vulnerabilità, Deva vedeva in lui qualcosa di umano, qualcosa che non era mai riuscita a vedere prima. Cominciò a provare compassione per lui. Ipek, nel frattempo, non si dava per vinta. Camminò a lungo attraverso una foresta isolata, chiamando il nome di Deva, finché finalmente la trovò. Il cuore le si fermò per un attimo quando vide Gulcemal abbracciare Deva, ma non era il gesto che Ipek si aspettava. Non era violenza, ma una carezza gentile. La rabbia inizialmente la invase, ma quando guardò negli occhi di Gulcemal, vide qualcosa che non aveva mai notato prima: amore e preoccupazione.
Gulcemal non era il mostro che Ipek aveva pensato. Era solo un uomo ferito, un uomo che aveva cercato l’amore e la redenzione. Ipek, guardando la scena, capì che il suo rancore non avrebbe mai risolto nulla. Con un sospiro, abbassò le spalle, il suo cuore si ammorbidì. “Non è troppo tardi per cambiare,” pensò, mentre il rancore lentamente svaniva. Gulcemal, sentendo il perdono di Ipek nell’aria, si avvicinò a lei. “Mi dispiace,” disse, e la sua voce tremava. “Non farò mai più del male a Deva.” Ipek annuì, un sorriso gentile che si fece strada sul suo volto. “So che puoi cambiare, Gulcemal,” disse. “Tutti meritiamo una seconda possibilità.” Con il tempo, le cicatrici di tutti iniziarono a guarire. Ipek e Deva costruirono una nuova relazione, una relazione basata sulla fiducia che sembrava fragile ma che si rafforzava ogni giorno. Gulcemal, finalmente libero dai suoi demoni, cercò di rimediare ai suoi errori, promettendo di proteggere Deva e di non tornare mai più alla violenza.