Deva si trovava davanti alla grande porta, con la mano stretta sulla maniglia della valigia. I suoi occhi erano rivolti verso il vasto lago che si estendeva davanti a lei, un luogo che custodiva ricordi dolci e amari. Aveva deciso di lasciare quella casa, di allontanarsi dai segreti e dai dolori. Ma proprio quando la sua mano toccò la maniglia, Mert e Gulendam apparvero. “Deva, dove stai andando?” chiese Mert, la sua voce tremante. “Vado,” rispose Deva, con un tono gelido. “Non posso più stare qui.” Gulcemal, che si trovava da solo nel suo ufficio, sentì il trambusto e si diresse verso di loro. Quando vide che Deva stava per andarsene, sembrò impazzire. “Fermati!” gridò, poi si rivolse a Mert con uno sguardo pieno di rabbia. “Cosa le hai fatto, quella è mia figlia!”
Mert fu accusato ingiustamente, cercò di spiegarsi, ma Gulcemal non lo ascoltò. Nel suo furore, lo accusò di essere egoista, di aver abbandonato sua sorella e di aver causato sofferenza a Deva. Deva stava in mezzo a loro, con il cuore lacerato. Amava Mert, ma non poteva ignorare il dolore che Gulcemal le aveva causato. Si rese conto che Gulcemal non era solo un uomo che cercava di controllarla, ma anche una persona sola e ferita.In un momento di silenzio, Gulcemal invitò Deva a sedersi vicino al lago. “Deva, figlia mia,” disse con una voce insolitamente dolce, “puoi odiarmi, ma io non voglio perderti. Ho bisogno di te.” Deva lo guardò, con uno sguardo complesso. Ricordava i momenti dell’infanzia, quando lui la coccolava, ma anche quelli in cui esplodeva in rabbia. Si rese conto che anche Gulcemal era una vittima del suo passato, dei suoi traumi non ancora guariti.
“Posso restare, non come una prigioniera, ma come una persona che può aiutarti a guarire,” continuò Gulcemal. Deva non rispose subito. Aveva bisogno di tempo per riflettere. I suoi occhi si perdevano nel lago luccicante sotto la luce della luna. Pensava a Mert, a Gulendam, alla sua famiglia, al suo futuro. Alla fine, Deva si voltò verso Gulcemal. I suoi occhi brillavano di una nuova speranza. “Resterò,” disse con voce bassa. “Ma a una condizione.” Gulcemal annuì. “Parla.” “Devi cambiare,” disse Deva, “Devi imparare a fidarti degli altri e a permettere loro di amarti.” Gulcemal sorrise, era il primo sorriso che dava dopo tanto tempo. Sapeva che la strada davanti a lui sarebbe stata lunga, ma era pronto a cambiare per Deva.