Galip, non volendo subire l’umiliazione davanti a suo figlio Emir, aveva segretamente pianificato di attaccare Tarik durante l’ora di svago nel cortile, quando tutti erano distratti. Aveva nascosto un pugnale con l’intenzione di eliminare la minaccia che Tarik rappresentava per la famiglia e l’impero di Emir. Tuttavia, quello che Galip non sapeva era che Tarik aveva ricevuto informazioni riservate da un altro prigioniero, che lo aveva avvertito del piano.
Non appena Tarik entrò nel cortile, sentì che qualcosa non andava. Grazie alla sua prontezza e alle esperienze vissute in prigione, si era preparato avvolgendo una coperta spessa intorno al corpo, nascondendo la sua preparazione. La sua intuizione non lo tradì. Galip si lanciò verso di lui con il pugnale in mano, gli occhi pieni di rabbia e determinazione. Tarik reagì prontamente, evitando il primo colpo, e la coperta spessa gli impedì di subire un colpo mortale.
Nonostante Galip non riuscisse a penetrare la coperta, non si diede per vinto e continuò a colpire, ma Tarik approfittò dell’opportunità, spingendolo via e disarmandolo. Galip, scioccato dalla forza di reazione di Tarik, non riusciva a credere a ciò che stava accadendo. Nel frattempo, le guardie arrivarono sul posto e arrestarono immediatamente Galip per tentato omicidio. Mentre Galip veniva portato via, Tarik si fermò per un momento, respirando profondamente, e con calma tornò alla sua cella. Non c’era gioia o vendetta nel suo sguardo, solo una calma strana. La battaglia psicologica con Galip era appena iniziata, e Tarik sapeva che ogni passo successivo sarebbe stato una sfida. Tuttavia, era pronto ad affrontare ciò che sarebbe venuto.