La fiamma furiosa divorava la vecchia casa di legno, la luce rossa illuminava il volto pallido di Nihan. Correva veloce, i suoi piedi sembravano non toccare terra, con un solo pensiero in mente: Kemal. Il grido disperato di Emir, suo marito, risuonava dietro di lei, ma Nihan non riusciva a fermarsi. Il fumo pungente entrava nelle sue narici, ma continuava a correre, gettandosi nel mare di fiamme.
Emir, il volto contorto dalla follia e dalla gelosia, cercava di trattenere Nihan. La implorava di non rischiare la vita in quel modo, ma tutto era inutile. Nihan era determinata a salvare Kemal, l’uomo che amava profondamente. Il fuoco, come una creatura viva, bruciava tutto sulla sua strada, riflettendo l’odio che ardeva nel cuore di Emir. Era stato lui a ordinare ai suoi uomini di appiccare il fuoco, per porre fine a ogni legame tra Nihan e Kemal.
Con tutte le forze rimaste, Nihan sfondò la porta di legno marcio e si lanciò nella stanza piena di fumo. Kemal giaceva immobile sul pavimento, il volto livido. Non c’era più tempo per pensare, Nihan si inginocchiò, lo abbracciò stretto e cercò di tirarlo fuori dall’incendio. Il fumo li avvolgeva, rendendo la sua vista sfocata, ma lei non si fermava, tirando Kemal verso la porta, un passo alla volta.
Alla fine, entrambi riuscirono a fuggire dalla casa in fiamme. Nihan posò Kemal a terra, tossendo violentemente. In quel momento, Hakan, il migliore amico di Kemal, apparve da dietro. Puntò la pistola verso Emir, gli occhi pieni di rabbia. Emir, senza alcun rimorso, sorrise sarcasticamente. Il suono delle sirene della polizia si udì in lontananza, interrompendo la tensione nell’aria. Hakan mirò alla fronte di Emir, il dito premuto sul grilletto. Tutti trattennero il respiro, aspettando. Avrebbe Hakan premuto il grilletto, ponendo fine alla vita di colui che aveva causato tanto dolore? O avrebbe perdonato Emir, aprendo un nuovo capitolo della sua vita?